Durante la fase dell’adolescenza, quasi tutti i ragazzi hanno lo stesso obiettivo: abbandonare il ruolo di figlio e diventare parte integrante del gruppo dei pari. Gli ingredienti che accompagno normalmente l’adolescenza sono conflitti con i genitori, rapidi cambiamenti d’umore, la messa in atto di comportamenti a rischio e il ribellarsi alle regole e ai valori dei genitori.
All’interno di questa cornice, quindi, un tono dell’umore un po’ altalenante, momenti di rabbia e il bisogno di autonomia sono considerati abbastanza normali. Se queste manifestazioni però si aggravano, diventando quasi pericolose, in quel caso è meglio intervenire. Il malessere può essere manifestato con diverse modalità tra le quali calo del rendimento scolastico, utilizzo frequente di sostanze stupefacenti, comportamenti aggressivi, difficoltà relazionali, comportamenti autolesivi come tagliarsi ecc…
Il lavoro terapeutico con l’adolescente è altamente complicato, poiché non solo quest’ultimo sta attraversando una normale crisi evolutiva che lo rende oppositivo, ma a questo si aggiunge la presenza di un disagio più marcato che gli genera sofferenza.
Per tale ragione, fin dalle prime sedute concentro il mio lavoro su due obiettivi chiave: costruire una buona relazione terapeutica e comprendere qual è la causa del disagio. Anche qui mi avvalgo dell’uso di strumenti diagnostici e test standardizzati e nel caso in cui lo ritengo necessario, richiedo ai genitori la partecipazione attiva nella terapia.
L’obiettivo principale che guida il mio lavoro con gli adolescenti è aiutarli a ridurre e risolvere ciò che ostacola o blocca il normale percorso di crescita che stanno vivendo.
Fasi della Terapia